Il Natale a Napoli è una festa intrisa di tradizioni ricche e vivaci, e tra queste spicca senza dubbio il capitone, un piatto che suscita tanto amore quanto controversia. Considerato da alcuni un simbolo di abbondanza e di festeggiamenti natalizi, per altri rappresenta una scelta culinaria discutibile. Ogni anno, le famiglie partenopee si riuniscono attorno a tavole imbandite, dove il capitone fritto occupa un posto d’onore, scintillante di sapori e di storie. Questo pesce, l’anguilla femmina conosciuta e amata dal Sud Italia, si trasforma in un rito che richiama non solo il palato, ma anche la spiritualità e la cultura locale.
Nella tradizione napoletana, il capitone non è solo un piatto, ma un rito che affonda le radici in antiche credenze e superstizioni. Il suo consumo durante la Vigilia di Natale è carico di simbolismo: mangiare questo pesce, che richiama la forma del serpente, sarebbe un modo per allontanare le forze del male e garantire prosperità per l’anno a venire. In questo modo, la preparazione del capitone si trasforma in un atto di fede, un gesto culturale che unisce generazioni. Ogni napoletano ha la propria ricetta, i propri segreti da condividere, e ogni piatto di capitone fritto racconta una storia unica di famiglia e di tradizioni.
In prossimità delle festività, i mercati di Napoli si animano con bancarelle che espongono capitoni vivaci, pronti per essere acquistati e preparati seguendo le usanze locali. Questo viaggio culinario culmina in una preparazione che, sebbene semplice, richiede una certa maestria e rispetto per la tradizione. Il capitone, con la sua carne grassa e saporita, viene trattato con cura e amore, rendendolo protagonista assoluto della cena. Da qui, una domanda sorge spontanea: perché questo piatto è così amato e, allo stesso tempo, così discusso in tutta Italia? Scopriamo insieme i segreti di questa ricetta napoletana e la sua importanza culturale e gastronomica.
In breve:
- Capitone: l’anguilla femmina, simbolo di abbondanza, consumata durante il Natale.
- Tradizione napoletana: il piatto si gusta alla Vigilia di Natale, carico di significati.
- Preparazione: acquistato vivo, accudito fino alla cottura.
- Significato simbolico: allontanare il male e garantire prosperità.
- Ricette varie: ognuna con i propri segreti di famiglia.
Capitone: un pesce unico e controverso
Il capitone, spesso confuso con l’anguilla, è in realtà l’esemplare femminile di questo pesce. Con dimensioni superiori e una forma caratteristica, si distingue per le sue carni ricche e saporite. Le sue origini si intrecciano con le acque dolci e saline dell’Italia, e la pesca avviene in diverse zone, come le lagune venete o il lago di Bolsena. Colori e forme variano a seconda dell’habitat, ma ciò che più colpisce è la sua storia, che si intreccia con le tradizioni culinarie italiane.
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Caratteristiche del capitone:
- Dimensioni: può raggiungere un metro e mezzo di lunghezza.
- Peso: fino a 6 chili, quindi abbondante e ideale per pasti in famiglia.
- Prezzo: varia tra i 18 e i 20 euro al chilo.
- Tipicità: considerato un pesce pregiato nella tradizione gastronomica campana.
Il simbolismo del consumo del capitone
Consumare il capitone la sera della Vigilia di Natale non è un semplice atto culinario: è un gesto simbolico. La sua forma, che richiama quella del serpente, lo associa a antiche credenze religiose. Nella tradizione cattolica, il serpente rappresenta il male, e mangiarlo sarebbe un atto scaramantico per scacciare la negatività. In questo contesto, il capitone diventa un simbolo di buona fortuna e prosperità.
Elementi simbolici del capitone:
- Forma di serpente: richiamo al male e al peccato originale.
- Atto di scaramanzia: per allontanare la malignità e garantire un anno sereno.
- Tradizione culinaria: legame profondo con la cultura e la spiritualità partenopea.
La preparazione del capitone a Napoli
Acquistare un capitone è solo il primo passo del rituale che precede il Natale. Tradizionalmente, viene comprato fresco e vivo, con il compito di mantenere il pesce vivo fino alla cottura. Il giorno 23 dicembre, famiglie intere accorrono ai mercatini per scegliere il capitone da cucinare. Questa ricerca è spesso accompagnata da un’atmosfera di attesa e competizione, quasi come un gioco, un momento di condivisione tra amici e familiari. Il rito della decapitazione, eseguito da una donna, rappresenta un legame con la religione e la vendetta simbolica contro l’originale peccato. È un momento carico di significato e di tradizione.
Passaggi per la preparazione del capitone fritto:
- Decapitazione e pulizia: fondamentale per liberarci della parte viscosa.
- Taglio in tranci: porzioni di circa 6 cm per una cottura ottimale.
- Infarinatura: ricoprire i pezzi con farina per una doratura perfetta.
- Frittura: cuocere in olio caldo fino a ottenere una croccantezza dorata.
- Servire caldo: accompagnato da un buon vino e tanto amore!
I segreti per un capitone fritto perfetto
Il segreto per un capitone fritto delizioso risiede in pochi, ma essenziali accorgimenti. La scelta dell’olio, la temperatura di cottura e il tempo di frittura sono determinanti per ottenere un piatto che esprime al massimo il gusto di questo prezioso pesce. La tradizione insegna che, una volta fritto, il capitone deve riposare meravigliosamente su carta assorbente, per eliminare l’eccesso di olio e mantenere la croccantezza.
Consigli pratici per la frittura:
- Olio di semi: ideale per una frittura leggera e croccante.
- Temperatura: portare l’olio a 180°C per una cottura uniforme.
- Pazienza: non sovraccaricare la padella, per evitare di abbassare la temperatura dell’olio.
- Asciugatura: far riposare il capitone fritto su carta assorbente per mantenere la croccantezza.